Mettere i giovani al centro con un progetto di vita per far ripartire l’Italia: sono loro le risorse su cui puntare per accelerare la transizione green e digitale. Questo l’invito lanciato da StartNet “Costruire reti per la transizione scuola-lavoro”, che ha presentato i risultati del primo triennio e le strategie del nuovo programma il 19 marzo 2021.
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Ha un respiro europeo StartNet, il progetto di rete che chiama a raccolta i soggetti coinvolti nella transizione scuola-lavoro: istituzione scolastica, impresa, associazionismo. L’Italia è uno dei 17 partner dei 12 Paesi aderenti al progetto: «Soluzioni comuni a problemi comuni nei diversi Paesi europei, con un approccio di scambio e apprendimento reciproco», spiega Jan Wilker, project manager StartNet Europe.
Favorire la coesione sociale in Europa
Il progetto è stato voluto e reso possibile dal Goethe-Institut e dalla Stiftung Mercator, la fondazione tedesca che ha l’ambizione di rinforzare la coesione sociale tra i cittadini europei, favorendo interventi strutturati di partecipazione attiva nei giovani, a partire dal loro progetto di sviluppo personale. «Siamo soddisfatti di questo primo triennio per la costruzione di reti e pratiche efficaci per orientare i giovani e avvicinarli al mondo del lavoro secondo le loro inclinazioni. Non è facile far dialogare tra loro stakeholder diversi, che devono impegnarsi a condividere esperienze e risorse, ma i risultati ci sono e rinnoviamo il nostro sostegno al progetto», dichiara Davide Bracci, project manager di StartNet per la Fondazione Mercator.
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StartNet Italia: ora serve l’ultimo miglio
Numeri significativi anche nei primi anni di attività in Italia, in particolare in Puglia e Basilicata. «Ci sono voluti tre anni di programmazione per far partire la rete nel 2017: analisi dei fabbisogni; coinvolgimento degli operatori sui territori; definizione degli obiettivi e avvio delle iniziative. Abbiamo applicato la metodologia del “collective impact”, condividendo obiettivi e misurando i risultati in un dialogo costante tra stakeholder», racconta Angelika Bartholomäi, project manager Startnet Italia. Apprezzamento anche dal rappresentante del Ministero dell’Istruzione Fabrizio Proietti: «Non immaginavo che questa rete avrebbe avuto tanto seguito. Eppure dal suo avvio operativo sono stati coinvolti 17mila studenti, 200 scuole, 400 insegnanti e 90 imprese in progetti di orientamento e transizione».
Soddisfatto anche Sebastiano Leo, Assessore per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro della Regione Puglia: «Sono felice di ricominciare questa avventura con StartNet, proprio ora che la pandemia ha aggravato i problemi nei nostri territori. Insieme abbiamo svolto attività concrete a favore dell’orientamento, dell’integrazione e della transizione e ora dobbiamo compiere l’ultimo miglio: inserire i giovani nel mondo del lavoro con un ulteriore coinvolgimento del territorio e delle imprese».
Le strategie di sviluppo del nuovo triennio (2021-2023) sono state presentate da Ulrike Tietze, vicedirettrice del Goethe Institut Rom: «Ora mettiamo a sistema i progetti pilota della prima fase; stringiamo nuove partnership; coinvolgiamo ancora di più le comunità educanti; coinvolgiamo altre Regioni e puntiamo dritto su riduzione dei NEET e del gender gap nelle materie STEM».
La funzione delle reti per mettere al centro i giovani
Creare un ecosistema di soggetti che operino in sinergia per accompagnare i giovani dalla scuola al lavoro è stato il focus della tavola rotonda. Il professor Alessandro Rosina della Università Cattolica di Milano ha raccomandato di non ripetere gli errori commessi dopo la crisi finanziaria del 2008, che hanno peggiorato le fragilità dei nostri giovani, con un continuo aumento dei NEET, in controtendenza rispetto alla media europea: «Aiutiamo i giovani a rafforzare la loro capacità di orientarsi e di scegliere un progetto di vita per uscire da quel labirinto che è oggi l’accesso al mondo del lavoro. L’Europa punta su di loro con il programma Next Generation EU, ora agganciamo questo slancio ad azioni concrete e mettiamo in rete le buone pratiche locali secondo una logica sistemica».
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A sua volta Lucia Abbinante, direttrice dell’Agenzia Nazionale Giovani, sottolinea il valore delle esperienze di volontariato europeo nell’ambito di Erasmus+, che l’Agenzia promuove sui territori, incoraggiando iniziative tra pari: «I ragazzi hanno voglia di essere protagonisti di un nuovo inizio. Partecipare a questi programmi internazionali dà loro la possibilità di interrogarsi sul loro progetto di vita e di acquisire competenze trasversali che dichiarano essere d’impatto nella loro transizione al lavoro».
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La pandemia ha colpito anche il sistema di orientamento e apprendistato tedesco, come testimoniato da Michael Heister, direttore di dipartimento dell’Istituto federale per la formazione professionale (BIBB): «Anche noi abbiamo avuto un forte calo delle attività di transizione, perché è difficile fare formazione pratica a distanza. La direzione sarà quella di investire nella didattica digitale anche con le nuove tecnologie, come la realtà virtuale, per favorire esperienze il più possibile realistiche».
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I partner della Rete
Grandi aspettative sul proseguo delle attività di Startnet da parte dei partner della rete, impegnati a contribuire dal proprio punto di osservazione e a favorire le sinergie raccomandate nel corso dell’evento.
Claudia Datena, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata del Ministero dell’Istruzione punta sullo scambio di buone pratiche, contaminazione e apprendimento reciproco, auspicando l’allargamento delle adesioni istituzionali come in Puglia.
Rosa Scarcia, presidente della Rete Scuole GET e dirigente scolastico del Marco Polo di Bari, ha descritto l’evoluzione di un paio di progetti per insegnanti e giovani per ridurre il gender gap, con un approccio sistemico e il coinvolgimento delle famiglie per un corretto orientamento dei giovani: «Scontiamo lo stereotipo della scarsa attitudine femminile per le materie STEM e una bassa rappresentatività di genere come role model. Per questo stiamo organizzando incontri con donne testimonial dal mondo imprenditoriale, associativo e sindacale, con un focus sull’Industria 4.0». Immediata la risposta da parte dell’industria: «Sono orgoglioso di far parte del progetto Startnet, in cui ho creduto fin all’inizio. Abbiamo multinazionali pronte a dare il proprio contributo per indirizzare le nuove generazioni verso le competenze di cui ha bisogno l’industria», commenta Cesare De Palma, coordinatore tavolo tecnico Education Confindustria Puglia.
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Infine Gianpietro Losapio, direttore del Consorzio nazionale per l’innovazione sociale Nova Onlus, ha presentato il progetto di orientamento quadriennale Or.Co. digitsys, di cui è capofila. Il progetto ha l’obiettivo di accompagnare bambine e bambini, ragazze e ragazze dall’ultimo anno di scuola primaria al primo anno di scuola secondaria di II grado in un percorso scolastico ed extra-scolastico, rafforzando la consapevolezza individuale delle attitudini e del proprio potenziale, in una prospettiva a lungo termine di progetto di vita e inserimento nel mondo del lavoro. In questo contesto si vuole potenziare le comunità educanti di riferimento dentro e fuori della scuola, con azioni specifiche che sostengono giovani e famiglie. Con la pandemia il progetto ha introdotto nuovi strumenti e servizi, come la web radio e uno sportello di ascolto per le famiglie. «StartNet è una grande palestra di relazioni, dove offrire e apprendere. Per me StartNet 2.0 è: “Basta parlare di giovani, lasciamo parlare i giovani!”».
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In conclusione Joachim Bernauer, direttore Goethe-Institut Italien, ha raccolto la sfida di fare un salto di qualità: «Bisogna fare sempre più sistema tra iniziative, progetti e stakeholder, con una forte attenzione alla comunicazione tra pari e alle reti sociali dei giovani».